COMPUTER ART O ARTE CLASSICA? UN QUESITO NELL'EVOLUZIONE DELL'ARTE FUTURA

 

La Computer Art utilizza come strumento per la realizzazione artistica il computer e consente di poter ottenere in tempi abbastanza ridotti un qualsiasi elaborato artistico, avendo di partenza l'enorme potenzialità del software di gestione che, come un grande archivio, contiene tutte le informazioni necessarie per la realizzazione dello stesso.

Questa mutazione nel panorama dell'arte contemporanea non poteva non avvenire, visto l'enorme sviluppo tecnologico a cui tutti noi stiamo assistendo e che tra l'altro sembra essere in crescita esponenziale per il futuro. Esistono in commercio, oramai da molti anni vari programmi applicativi, sempre più raffinati che consentono, ad esempio, di riprodurre la pennellata di un famoso pittore come Van Gogh o di scegliere la tessitura della tela più fine o più grossa a  seconda del tipo di testura di base del quadro e così via. Di queste minuziosità, se ne potrebbero elencare innumerevoli.

Tutto ciò di cui ho parlato sino ad ora non tiene conto dell'esplosione del fenomeno "Internet" che oramai sembra essersi definitivamente inserito in Italia, anche se ancora non agli stessi livelli degli Stati Uniti, introducendo in tutti i settori, sia culturali che sociali, una rivoluzione in termini di globalità comunicativa e applicativa. In Intemet, per ciò che riguarda l'arte, tanto per citare un settore, ci sono sufficienti informazioni per rispondere a qualsiasi tipo di quesito e ribadisco qualsiasi tipo di quesito, oppure si possono trovare programmi applicativi che con strumenti adeguati consentono di realizzare qualsiasi tipo di espressione artistica si voglia. Sono in incremento vertiginoso le Gallerie On-Line dove è possibile, stando comodamente seduti a casa, osservare vere e proprie collezioni d'arte di artisti di tutto il mondo oppure si  può scegliere di visitare un museo virtuale, per esempio, il "Louvre" documentandosi su tutto ciò che in esso vi è contenuto. Ma a questo punto una domanda nasce spontanea: dove è andata a finire l'arte classica che dovrebbe essere alla base di qualsiasi altra forma artistica evolutiva?                                                                                                       

Qualcuno potrebbe obbiettare che è presente sicuramente perché senza di essa non saremmo potuti arrivare dove siamo e a questo qualcuno potrei rispondere dicendo di essere abbastanza d'accordo ma cosa accade nel momento in cui  viene posto in gioco il discorso che riguarda l'emozionalità, la sensibilità e la socialità di cui era permea l'arte nei secoli passati?                     

Credo sia proprio qui il nodo essenziale da svolgere, su cui ognuno di noi dovrebbe meditare, sia che sia coinvolto o non necessariamente coinvolto nel processo artistico, perché solo da un'attenta riflessione in merito si potrà approdare ad un corretto utilizzo di questi nuovi mezzi che la tecnologia sta’ ponendo in atto.

Se devo esprimere un mio punto di vista, devo dire di essere abbastanza ottimista sull’uso della computer art perché indubbiamente per la potenzialità’ espressa, in termini di software e relativi strumenti, può consentire a qualsiasi artista di incrementare notevolmente la sua creatività permettendogli oltremodo di realizzare qualsiasi elaborato in tempi estremamente ridotti, anche se per mia formazione artistica, non potrò mai accettare il solo utilizzo della stessa.

Il motivo predominante credo risieda in ciascuno di noi e non solo in me stesso: prima di essere artisti si nasce uomini e come tali non possiamo far finta di niente rispetto al nostro set cognitivo ed emotivo di cui siamo composti.

Non potrei mai, per esempio, fare a meno della tela bianca all’inizio di una composizione o dell’odore dei medium presenti nello studio nonché di un buon brano di musica classica come sottofondo. Sporcarmi con i colori le mani per eseguire a volte dei temi in cui si ricorre alla sola gestualità oppure lavorare con l’aerografo spruzzando il colore in modo casuale e lasciando che lo stesso si espandi e si adagi senza nessun criterio prestabilito e’ una cosa che, nonostante gli anni, riesce ancora ad emozionarmi tanto e non credo che la computer art, sotto questo profilo, possa fare in futuro molti passi in avanti.

L’estrema artificiosità di questi mezzi infatti  e’ ciò che più mi sconvolge e osservare moltitudini di persone che si gettano a capofitto sugli stessi quasi ipnotizzati  perché comunque la tecnologia ed il business vanno seguiti, costi quel che costi, e’ qualcosa di abominevole e incontrollato che mi suscita ancora più riflessioni.

Tra l’altro, andando oltre il discorso, tutti noi possiamo già constatare come da svariati  anni, si sia perso il concetto della “Bottega dell’Arte” che accomunando le esperienze d’artisti e mestieranti desiderosi d’apprendere risultava essere un nucleo d’estrema importanza sociale, sia per le esperienze di vita comunitaria che per lo scambio reciproco di idee ed opinioni.

Non a caso, quasi tutti i maggiori artisti del passato, Caravaggio stesso od anche Raffaello, venivano da una formazione artistica di “Bottega” da cui poi sono nati quei capolavori che oggi tutti noi possiamo ammirare.

Anche la stessa “Irriproducibilita’’ dell’opera d’arte, che nel corso dei secoli ha sfidato il tempo, non e’ rimasta indenne da questo processo di fagocitosi e trasformazione dei nostri tempi, visto che si annovera tra le conquiste oramai raggiunte la perdita dell’unicità e quindi dell’irriproducibilita’ dell’opera stessa.

In internet infatti qualsiasi opera creata da un artista verte su questi tre punti principali:

 

1.     L’opera creata ha una durata pressoché illimitata nel tempo perché realizzata su supporto digitale (CD)

2.     Può essere copiata e ceduta un numero infinito di volte

3.     L’opera così creata perde la sua unicità in quanto può essere vista e rivisitata sotto tutti i punti di vista da innumerevoli altri artisti interessati.

 

Tenendo conto di questo non possiamo far altro che dire addio all’ultimo baluardo dell’emotività con cui gli artisti hanno sempre lavorato cercando di inseguire la vana presunzione di aver creato qualcosa di unico e irripetibile, che sfida i tempi, oltre i limiti dell’esistenza terrena. Dal mio modo di vedere le cose penso che non si possa scindere il Pathos, il Fato, l’Immortalità e così via dell’opera d’arte, pena la creazione della stessa senza la minima pulsazione di vita.

Quindi, nel concludere, viste le considerazioni fatte, io penso che non sia tanto importante scegliere tra Computer Art o Arte Classica perché l’una può interagire con l’altra, invece, credo che sia estremamente importante non perdere di vista l’obiettivo per cui la Computer Art stessa ed in genere i mezzi che ci sono stati messi a disposizione, sono nati cioè:

svolgere un’azione di supporto che potenzi le normali attività esplicate in tutti i settori, compreso quello artistico.

La scommessa futura su queste tematiche verra’ vinta solo se riusciremo a capire che si può conciliare crescita tecnologica e sviluppo umano tenendo di riferimento ciò di cui abbiamo discusso sino ad ora, se rinunceremo all’una od all’altra non credo che potremo affrontare serenamente come uomini il nuovo millennio.

                                                                                                               Andrea  Spadoni

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