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Spazi
immensi di penisola iberica, vasti altipiani di secano,(1)
come
antico nucleo geologico
sta
la Meseta, cromatica frontiera
dai
Cantabrici ai Pirenei,
dalla
Sierra Morena ai monti Iberici.
Scompigliata
dal vento spumeggiante dall’Oceano,
aspirando
riarsi aliti dalle monocrome huertas,(2)
tra
riverberi sorretti da fenici litorali
e
calde spiagge mediterranee,
proscenio
di un’era fastosa e magniloquente
il
mito rinverdisce.
Ah,
sonora voce passionale di Spagna,
madre
boriosa e sprezzante,
indulgente
e generosa,
riflesso
d’eredità grandissima
non
più lacrime, non più martiri,
è
il tempo della storia, della vita non perduta.
Antichissimi
incanti e fossili
di
un’esistenza tra storia e leggenda
diffusa
da giullari e trovatori,
il
popolo , mutato ha, il proprio destino
ritrovando
anelata libertà,
nell’incoscienza
della propria coscienza
oltre
storica memoria.
E’
il fato che lo vuole,
questo
destino in cui l’uomo di Spagna,
senza
più violenza
solleva
il capo con dura certezza
e
s’avvede dell’imminente riscossa.
Oh,
Spagna, dispiega di nuovo al vento
i
tuoi aurei vessilli.
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GIARDINI
DI ALLAH
Piccoli
canali scavati nel marmo colorato,
acqua che scorre nelle forme più diverseriempendo bacini di
zampillanti fontane.
Maiolicate vasche d’acqua,specchio di cipressi, oleandri e rose,
fan del patio della sultana delizioso giardino.
Di grande fascino e decorativo elementoè il suono dell’acqua tra
disegni geometricied elegantissime pavimentazioni.
Colori scintillanti e viali lastricati,ciottoli bianchi come tappeti
disegnati,
con panchine d’azulejos(1) incastonate.
Verdi magnolie, cedri, aranci e limoni,fragranza di rose, gelsomini
e melograni,
tra fontane e giardini intimi e raccolti.
Profumi e colori nei piccoli recinticircondati da mura coperte di
mirti,
fitti e compatti fin sotto i balconi.
Pati, nessuno uguale all’altro,con piccoli passaggi comunicanti,
creano
giochi e continue sorprese tra cortili e sale.
Questo dono divino erano i giardini di Allah.
(1) maioliche decorative
Alhambra, Andalusia
Settembre ‘96
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DONNE
DI SPAGNA
Ardito poema, descriverti oh
donna,
da secoli, concimato hai
con la tua anima di sirena
la calda terra di Spagna.
Quante cose ho visto attraverso te,
quando fiera, sul vertice della notte
all'incalzante ritmo di castañetas,(1)
con capelli corvini sciolti al vento
accendi l'ebbrezza dei sensi
e a cupidi occhi d'uomini
t'offri con movenze sinuose.
Con inceder lento entri ricoperta
di drappi e veli trasparenti,
che scoprono alla vista
curve dolci d'anche tornite
con ventri accennati appena
e tiepide cosce di nero velate.
Donne ambrate con riflessi d'opale
cantano e ballano
al dolce e vibrante suono
di chitarre esitar.
Fanciulle dai grandi occhi castani,
dolci sono le notti
che avranno i vostri occhi,
con mani e caviglie tintinnanti
accendete con languida sensualità
frenetici voli di fantasia.
Nei cuori di turisti gitani
immagini da sogno e
acerbi impulsi nelle vene provocate,
come rapidi torrenti
verso il mare.
(1) nacchere
Settembre '96
Andalusia
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Altri
giorni ancora da lavorare,
altri
frammenti di tempo,
luci
ed ombre in fuga.
Sogni
di amicizia,
condivisioni
di pensieri,
processi
inconsci maturati.
Travaglio
e mutazioni,
sintesi
di opposti,
sogni
sognati e dimenticati.
La
solita logica della vittima
riscontrabile
con la passiva
remissione
dell’agnello.
E
il gioco è fatto.
Ancora
una volta ha vinto il potere,
ai
lavoratori un fardello di speranze,
ai
ricchi un sacco di certezze.
Ottobre
‘96
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GOCCIA
Sembrava
viva
trasparente
e brillante,
su
un ramosciello sottile
sospesa
sull’erba bagnata.
Sembrava
una perla
ed
a tanta bellezza
lui
s’inchinava
sottile,
sottile.
Sembrava
vibrare
come
in un sogno irreale
e
al colmo della gioia
la
vide nella terra cadere.
Novembre
‘96
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Sarà
la solitudine del vento,
quando
gelido ed impetuoso
soffia
sgradito sulla mia terrazza.
Sarà
il palpito dei freddi giorni d’inverno,
la
magia dello sguerdo che in un istante
va
dai verdi colli al lucente mare.(1)
Sarà
il brivido delle fronde stregate,
delle
fredde ombre create
dalla
bianca luna nella fredda notte stellata.
Sarà
la nostalgia dei pomeriggi assolati,
dei
sogni ad occhi aperti
fra
terre sconosciute.
Sarà
la malinconia di calde isole incontaminate,
degli
antichi e struggenti
tramonti
rossi del sole.
Sarà
la disperazione dell’essere
che
invecchia e muore
e
nessuno lo sa spiegare.
Novembre
‘96
(1)
Dalle colline di Genzano-Nemi
verso
il mare di Torvaianica.
In
linea d’area circa 20 Km.
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Buon
Natale e grazie.
Questo
gli disse la donna bruna,
porgendo
dal pianale del chiosco
l’involucro
di cèllofan gonfio a metà.
Fiori,
vendeva ed in quel luminoso mattino
la
piazza radiosa sembrava tutta sua.
“
Buon Natale anche a lei...ma oggi sarò solo.”
L’indomani
però anche lui
avrebbe
offerto quel dono,
con
ansia pacata alla donna amata,
scontando
l’attesa della festa perduta.
Dicembre
‘96
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TRA I CEMENTI DELLA
FABBRICA
E' primavera. L'erba è cresciuta dappertutto,
in tutta la fabbrica, ovunqque
abbiaa trovato un po'
di terra.
La più verde e la più luminosa è venuta su
tra il cemento e le gettate grigie e nere,
la più ostinata ha messo fuori
l'orgoglioso capo.
Tra scorie, asfalto e materiali di risulta,
i giorni chiari di marzo han portato
con tutta la ferza, la gioia della vita.
Poi è venuto l'omino con la piccozza nera,
l'ha strappata, pestata a morte, spezzata,
il padrone la vuole solo nei giardini all'inglese,
bella, rasata e in ordine.
25 Dicembre '96
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POESIA
AL FEMMINILE
Non più sfogo verso il mondo esterno,
ma dei propri stati d'animo
soggettivismo e cuore.
Esistenza di un pensiero femminile,
tutto diverso da quello maschile
come il sentimento dall'istinto.
Sentimento maschile che
ostenta
emozioni verso un fine,
sentimento femminile fermo e
concentrato sulla percezione emotiva.
Il primo essprime energia penetrativa,
l'opposto si permea di quella ricettiva.
L'uno si dirige al nucleo
delle situazioni,
l'altra l'assorbe e se ne lascia permeare.
L'archetipo maschile agisce sulla funzione-pensiero,
la rende analitica con andamento rettilineo
e a tappe ordinate arriva alla meta.
In tutt'altro modo invece agisce
il pensiero femminile.
Ed è ogni volta difficile da capire.
25 Dicembre '96
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