SENTIMENTI
I COLORI DELLANIMA (Collana I GIGLI -
poesia )
PREFAZIONE
Aprire un libro nuovo è un gesto magico.
Cè un po' della trepidazione con cui, poco a
poco, sveliamo lanima e il corpo del nostro
amore; cè un po' delleuforia che
sentiamo quando ci accorgiamo di aver trovato un
amico. E cè sempre, il piacere di rimettersi
in cammino per sentieri sconosciuti, affidandosi alla
mano dellautore sinché lui stesso non svelerà
dove ci sta conducendo.
E come tornare bambini ed ascoltareil mondo
che sussurra i propri segreti - peccato che poi si
dimentica. Loro, i bambini, hanno occhi vigili ed
unespressione attenta ed assorta mentre fissano
ciò che noi non vediamo più. Così guarda il poeta.
Lontano dal fracasso delle voci e dal clamore delle
macchine, lui osserva le stelle e le sente tremare
dal freddo.
proprio con questa suggestiva immagine, densaa di
spazio e di silenzio, si si apre la prima raccolta di
liriche di Mauro Berti. Unimmagine che sembra
espandersi allinfinito come il cielo stellato,
dando il benvenuto al lettore. Ma, anche, invitandolo
al ssilenzio, al raccoglimento,
allosservazione. Doti che hanno permesso a
Berti di esprimersi al meglio soprattutto nelle
liriche in cui protagonista è la naturanei suoi
molteplici aspetti: nascono così versi di limpida
semplicità in cui paesaggi noti si rivestono di una
gentilezza nuova e fresca.
Penso alla fuga di campi che corrono veloci ne Il
domani; alla serie di albericantanti
ununica melodia in Omaggio al mio paese,dove
ogni singolo verso stilla la rugiada e brilla del
sole di Genzano, a quel vero e proprio bozzetto
impessionista che è Colori di autunno. E
fermiamoci qui, lasciando alla sensibilità del
lettore il piacere di scccoprire altri pregevoli
spunti naturalistici proposti dallautore.
Lammirazione del paesaggio - da cui nasce un
incanto che regala, lo intuiamo, istanti assai
preziosi a Berti - lascia il posto in altre poesie al
racconto dellesperienza umana altrui o, più
spesso, propria. E con il tema cambia ancheil
linguaggio che, pur restando piano e semplice, si fa
più disteso e più vicinoalla prosa; maggiormente in
sintonia con locchio che guarda, diventato ora
più consapevolmente grande, adulto. E dunque anche
più disilluso e segnato da un percorso che appare,
talvolta, aspro e tormentato. Compaiono qui alcuni
temi non insoliti ma sempre di grande impatto
emotivo: i drogati crocifissi, / o peggio
disprezzati, / respinti e colpevoli solo di drogarsi
fino alla morte; i vecchi, cui è dedicata una
poesia dal ritmo cadenzato e lento, quasi a voler
rappresentare anche foneticamente il faticoso
succedersi di giorni sempre uguali in attesa
dellultimo.
Così Berti arriva ad interrogarsi
sullessenza del tempo, precipita alla stregua
di una spirale che si avvolge su se stessa come un
serpente: Tempo ineluttabile che ci circonda,/
tutto si ripete pur sembrando nuovo / e il tempo
consuma il tempo. La drammaticità di un momento
presente è quindi mitigata dalla consapevolezza che
tutto, prima o poi, è destinato a diventare ricordo
e il ricordo, si sa, smorza le tinte e sfuma i
contorni, placando le emozioni troppo violente. Ciò
che dà senso ad un percorso individuale, sembra
suggerire lautore, è solo la riflessione sul
passato, unica misura di noi stessi.
Ed ecco perché, significativamente, la raccolta
si conclude proprio con un invito a guardarsi
indietro: leggendomi / scopro me stesso.
Bianca Cerulli
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UOMO, FERMATI UN POCO
E RIFLETTI
Uomo sforza ludito
per poter sentire
se hai coscienza di
esistere,
afferra con tutti i tuoi
sensi la fede
che è posseduta da chi in
Dio si è perduto.
Uomo tralascia del mondo le
materiali cose
che non sono trascendenti
ed eterne,
come la luce infinita che
illumina
frutto del libero Spirito creatore.
Uomo non aver paura del
silenzio e della solitudine
per immergerti in colloquio
da solo con il Solo,
senza parole che non
servono in un intimo dialogo,
in cui Lui si fa capire
dissipandoci i dubbi dal cuore.
Marzo
96
(Sulle bianche cime del
Trentino)Uomo, fermati un poco e rifletti.
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